Ieri è stato un grande giorno per Massimo Bottura e per tutta la cucina italiana.
Per la prima volta un ristorante italiano ha ottenuto a New York il riconoscimento come miglior ristorante del mondo. Complimenti a L’”Osteria Francescana” di Modena e al suo patron Massimo Bottura, per questo importante riconoscimento che porta i tricolore (finalmente) ai vertici della gastronomia mondiale. E’ accaduto nel corso della cerimonia di premiazione dei “World's 50 Best Restaurants” arrivati alla 15.a edizione. Un successo costruito con passione, impegno quotidiano, dedizione e ricerca: tante volte ho avuto modo di parlare con lui, sia nel corso delle ospitate in tv nelle mie trasmissioni in Rai e su Alice sia in occasione dei tanti eventi che lo hanno visto protagonista. Uno chef numero uno in tutto: umile, preparato, a volte schivo e riservato, ma capace di formare una squadra di talenti unici. Il premio era nell’aria: L'Osteria Francescana era giunta seconda l'anno scorso e terza nel 2013 e 2014, supera così il vincitore dell'anno scorso, lo spagnolo "El Celler de Can Roca" di Gerona, nella graduatoria dei "50 Best Restaurant", la classifica considerata una sorta di Oscar della gastronomia. Da anni Massimo si avvale della collaborazione di uno staff preparatissimo, tutti intenti ogni giorno a valorizzare la cucina italiana e le ricette di qualità con ingredienti di prim’ordine e un affiatamento unico. Bravi, bravi davvero. Al terzo posto nella graduatoria si è piazzato un locale newyorkese, l' "Eleven Madison Park", mentre nella top-ten compaiono ristoranti peruviani, danesi (col quattro volte vincitore "Noma"), francesi, spagnoli, giapponesi e australiani. Per quanto riguarda la classifica individuale per i singoli chef, trionfo su tutta la linea per la Francia con premi ad Alain Passard per la carriera, per Dominique Crenn come migliore cuoco donna e per Pierre Herme come miglior pasticciere. Per quanto riguarda l’Italia sul palco con Bottura dietro un grande tricolore, e l'emozione incontenibile, ci sono Enrico Crippa che si è piazzato al 17 posto (+10 dal 2015), Raffaele Alajmo (Le Calandre erano 34 e ora 39, ma restano comunque saldamente in classifica) e un rientrante Davide Scabin con il CombalZero al 46esimo posto. L'evento è andato in scena nel lussuoso Cipriani Wall Street, l’imponente edificio in stile greco ex sede della borsa di NY. Un appuntamento imperdibile che, nonostante le solite polemiche e autocelebrazioni si rinnova ogni anno a partire dal 2002, grazie alla rivista Restaurant Magazine di Londra (per la prima volta il premio era in trasfera a New York). Artefici della graduatoria sono 972 votanti, chef e ristoratori, food writer, gourmet, (36 per ciascuna delle 27 aree di voto) chiamati a un sondaggio globale: indicare i loro 7 ristoranti preferiti, massimo quattro nella loro regione gastronomica e almeno tre all'estero. Il premio alla carriera è andato a Alain Passard, salutato da una standing ovation. Ultra-discreto, appare raramente in tv, non pubblica libri a raffica, non ha aperto locali in tutto il mondo come alcuni suoi omologhi. Eppure il suo ristorante di Parigi, l'Arpège, tre stelle Michelin da 20 anni e nella lista dei 50 Best per tutto l'ultimo decennio, è un centro di influenza culturale. Ha imparato a cucinare con la nonna, che era un cuoca, e racconta che, essendo la sua casa d'infanzia in Bretagna, tra una panetteria e un ristorante, per anni si è svegliato alle 4 del mattino con l'odore del pane fresco e dolci. Di poche parole ma di grande personalità, Passard crede fermamente che i cuochi hanno molta responsabilità sulla salute dei clienti. E nei giorni bui di "mucca pazza" ha preso una decisione epocale (che gli ha portato non poche avversioni in Francia): smettere di servire carne rossa (ma resta il pollame e il pesce). Così da lui le verdure hanno smesso di essere contorno per diventare ingrediente principale del piatto in infinite e sorprendenti combinazioni. Amante dell'arte e della musica, ma soprattutto della natura, il 59enne ha ispirato una generazione di cuochi che vedono nell'Arpège la quintessenza della grande cucina.
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Febbraio 2019
Giampaolo TrombettiAutore tv da 25 anni, produttore, regista, ex-responsabile del canale tv ALICE in Italia e proprietario dell'emittente tv GIAMPA TV in Germania, Austria, Svizzera. Precedentemente autore per format Rai (Miss Italia, Linea Verde, Unomattina, Lineablu, RaiRadio3, Domenica in, Partita Doppia, Numero Uno, Sanremo, In famiglia, Partita del Cuore etc...), oltre a Mediaset (Buona Domenica, Stelle del Mediterraneo) ed Endemol (socio fondatore della Prova del Cuoco, Affari di Cuore, Al posto tuo, Un pugno e una carezza), ho partecipato al lancio de La/. A livello internazionale ho diretto Alice Deutschland, attualmente collaboraboro con ProSieben Sat1 e Bayerischer Rundfunk. Ho lavorato per France TV, Euronews e il canale tv Arte. Collaboro con il Parc de la Villette e L'Ente del Turismo Francese. Documentarista per Biennale di Venezia e appassionato di arte contemporanea. Categorie |